Torna all'elenco degli studi

Uso di Elranatamab in pazienti con alto rischio di Mileloma Multiplo Smouldering

CODICE STUDIO

NCT06183489

TIPOLOGIA

SMM

NOME SPONSOR

European Myeloma Network

DESCRIZIONE

Lo studio è rivolto a pazienti che presentano un quadro di Mieloma Multiplo Smouldering, ossia un quadro di malattia che, secondo gli standard attuali, non ha ancora raggiunto i criteri per l’inizio di un trattamento. Lo studio prevede di arruolare pazienti che abbiano una forma di Mieloma Multiplo Smouldering con un alto rischio di evoluzione a Mieloma Multiplo sintomatico, cioè la forma che richiede effettivamente l’inizio di una terapia. L’ipotesi che si vuole testare consiste nel fatto che, anticipando l’inizio del trattamento con un farmaco altamente efficace ed innovativo, si ritiene che ci possano essere dei benefici clinici nel controllo a lungo termine della malattia. Il trattamento proposto prevede l’utilizzo di un anticorpo monoclonale bispecifico, chiamato Elranatamab. Tale anticorpo ha la proprietà di avvicinare i linfociti T, cellule molto efficaci del sistema immunitario, alle cellule ammalate. Quando il linfocita T si trova vicino alla cellula tumorale, si attiva ed uccide la cellula bersaglio. L’attività di uccisione delle cellule tumorali è estremamente elevata e, di conseguenza, l’efficacia terapeutica è in grado di controllare forme di malattia molto gravi. L’effetto collaterale principale è legato all’attivazione eccessiva del sistema immunitario, ed è rappresentato dalla possibile insorgenza dei sintomi di una sindrome che viene chiamata “sindrome da rilascio di citochine” o CRS. I disturbi tipici della CRS consistono nell’insorgenza di febbre, che può essere anche molto alta, abbassamento della pressione arteriosa, tanto da dovere ricorrere all’infusione di liquidi per via endovenosa, e riduzione dell’ossigeno nel sangue, per cui si rende necessario un supporto con occhialini o mascherina. La severità di questi sintomi è variabile, sebbene, grazie alle terapie oggi disponibili, nella gran parte dei casi sia possibile gestirli in reparto. Nei rari casi più gravi è invece opportuno un trasferimento in terapia intensiva. La CRS compare dopo circa 5-7 giorni dalle prime infusioni di elranatamab e, generalmente, si risolve in una settimana. Un altro disturbo che può verificarsi in una piccola quota di pazienti è chiamato ICANS e consiste nella comparsa di disturbi neurologici di severità variabile, che vanno da un modesto stato di confusione alla comparsa di crisi epilettiche o coma. Anche in questo caso, grazie ai trattamenti disponibili, è possibile contenere la sintomatologia a forme generalmente leggere o moderate. L’ICANS può comparire dopo alcune settimane dalle prime infusioni di Elranatamab e le sue manifestazioni possono richiedere diversi giorni per risolversi completamente. In generale, tutti questi disturbi sono completamente reversibili e non lasciano esiti. Altri disturbi che si possono verificare in seguito all’infusione di Elranatamab sono una riduzione dei valori dei globuli bianchi, delle piastrine e dell’emoglobina, che può perdurare alcuni mesi, e, più in generale, un abbassamento delle difese immunitarie di durata prolungata.

FARMACI UTILIZZATI

Elranatamab