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Uno studio di fase 2 che applica la tecnica di residuo minimo di malattia per partecipanti con Mileloma Multiplo precedentemente non trattato, che hanno ricevuto prima e dopo il trapianto autologo di cellule staminali, un alto dosaggio di Velcade Revlimid e Desametasone.

CODICE STUDIO

NCT06189833

TIPOLOGIA

Prima linea giovani

NOME SPONSOR

European Myeloma Network

DESCRIZIONE

Lo studio è rivolto a pazienti di età massima di 70 anni che presentano un quadro di Mieloma multiplo che necessita dell’inizio di un trattamento e per cui non siano state precedentemente somministrate terapie. La terapia prevede una fase iniziale che ha la finalità di ridurre rapidamente la malattia e che ripulisca il midollo osseo dalle plasmacellule ammalate. Durante questa fase viene somministrata una terapia che prevede la combinazione di 4 farmaci: Daratumumab, Bortezomib, Lenalidomide e Desametasone (D-VRd). Daratumumab è un anticorpo monoclonale che viene somministrato per via sottocutanea. Bortezomib è un farmaco molto attivo contro il Mieloma, anch’esso somministrato per via sottocutanea. Lenalidomide è un farmaco che si assume per bocca e che consente di ridurre efficacemente le cellule ammalate. Infine, il Desametasone è un particolare tipo di cortisonico, che potenzia l’azione antitumorale degli altri farmaci. Il trattamento, pur prevedendo frequenti accessi in Day Hospital per la somministrazione dei farmaci sottocutanei e per i controlli, è in generale ben tollerato. I principali effetti collaterali sono rappresentati dalle infezioni e della possibile comparsa di una sensazione di formicolii alle estremità, chiamata neuropatia periferica. Dopo la prima fase di trattamento, una volta che la malattia sia stata adeguatamente ridotta, si procede alla raccolta delle cellule staminali e, in seguito, all’autotrapianto. L’autotrapianto è una procedura di un certo impegno, che prevede un ricovero per circa 3 settimane. Durante il ricovero viene posizionato un catetere venoso centrale, ossia un tubicino che raggiunge una grossa vena e che consente di infondere fluidi senza problemi. Viene quindi somministrata una chemioterapia con un farmaco molto potente, chiamato Melfalan, quindi vengono reinfuse le cellule staminali. Nei giorni successivi la chemioterapia esercita la sua azione, azzerando la funzione midollare e richiedendo il supporto di trasfusioni di sangue e di piastrine. Durante questo periodo il rischio di avere un’infezione è molto elevato ed è necessario procedere all’utilizzo di antibiotici per via endovenosa. Sempre nei giorni successivi all’infusione delle cellule staminali, può comparire mucosite, che consiste in un quadro di dolore al cavo orale e diarrea. In generale tutti i disturbi si risolvono circa 10-14 giorni dopo il trapianto, con la ripresa della funzione midollare e l’arrivo dei globuli bianchi.
A distanza di 1 o 2 mesi dal trapianto, vengono somministrati 2 ulteriori cicli D-VRd, a conclusione del programma di terapia. Durante questo percorso il protocollo prevede una valutazione mediante sofisticate tecniche di analisi della malattia minima residua, alla ricerca della minima quota di malattia eventualmente rimasta nel corpo dell’ammalato. In generale si tratta di un programma impegnativo ma in grado di ottenere un lungo controllo di malattia.

FARMACI UTILIZZATI

Lenalidomide, Bortezomib (velcade), Daratumumab, Desametasone